dadada beach village
Cosa vedere
Il Dadada Beach Village è situato in un punto nodale tra innumerevoli attrattive turistiche, archeologiche, naturalistiche. Ve ne indichiamo alcune, facilmente raggiungibili con i più comuni mezzi di trasporto.
Scolacium
Distanza: 10 minuti d’auto dal Dadada Beach Village. Scolacium, detta anche Scylletium e successivamente, Minervium e Colonia Minervia, è un’antica città costiera del Bruzio, la città di Cassiodoro. Ebbe una storia millenaria attraverso greci, brettii, romani, bizantini, saraceni e normanni. Le sue rovine sono diffuse lungo la Costa dei Saraceni e nel Golfo di Squillace (Cz). Nel borgo di Squillace antica svetta lo straordinario castello normanno, costruito nel 1044.
Nel limitrofo comune di Borgia è situato l’omonimo Parco Archeologico, ormai completamente conurbato con i quartieri marinari di Catanzaro. Dell’abitato preromano rimangono interessanti resti che dimostrano l’impianto della colonia romana, con i suoi monumenti più importanti.
Tra essi vanno segnalati gli avanzi delle strade lastricate, degli acquedotti, dei mausolei, di altri impianti sepolcrali, della basilica e di un impianto termale. Il teatro poggia sul pendio naturale della collina e poteva ospitare circa 5000 spettatori. Fu costruito nel corso del I secolo e fu dotato di una nuova scena in occasione della fondazione della colonia da parte di Nerva, in concomitanza con il notevole sviluppo monumentale della città e con l’ampliamento dell’intero abitato; fu peraltro oggetto di numerosi rifacimenti successivi, fino al IV secolo. Dal teatro, da rilevare, proviene la maggior parte del materiale recuperato durante gli scavi, tra cui spiccano i pregevoli frammenti architettonici e gruppi scultorei. Poco distante dal teatro si trovano i resti dell’anfiteatro, la cui costruzione risale all’epoca dell’imperatore Nerva.
Attualmente il Parco Scolacium è la suggestiva location per uno dei più grandi Festival culturali d’Italia: Armonie d’Arte Festival, che si tiene proprio durante la stagione estiva.
Vasche di Cassiodoro
(Distanza: 10 minuti d’auto o di barca dal Dadada Beach Village): Raggiungibili via mare o, a piedi, attraversando la scogliera di Copanello, le Vasche di Cassiodoro rappresentano uno spettacolo dall’indescrivibile bellezza archeologica e naturalistica. Autentiche piscine naturali, ricavate dalla roccia ed aperte sul mare Jonio, sorgono ai piedi dei resti della chiesa di San Martino di Staletti al cui interno un sarcofago in pietra pare ospiti la tomba di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, filosofo e politico romano nato presumibilmente nel 485 D.C nella vicina Scolacium, oggi Squillace. A lui la storia attribuisce la costruzione delle Vasche, pare infatti che le stesse ricoprissero un ruolo di fondamentale importanza nel “Vivarium”, il monastero fatto erigere proprio da Cassiodoro all’interno del quale si era dediti alla pratica dell’allevamento dei pesci ed intorno al quale gravitava una intensa vita sociale e culturale; qui, infatti, sembra vennero trascritti importanti documenti, fondamentali per la crescita e l’arricchimento delle società future. La mitologia colloca poi questi luoghi in diretta corrispondenza con Ulisse, la leggenda infatti narra che l’eroe Acheo di ritorno nella sua Itaca dopo la conquista di Troia, proprio qui sarebbe naufragato incontrando la principessa Nausicaa; una storia millenaria dunque, quella delle Vasche, ricca di aneddoti importanti per un sito dal fascino unico ed inimitabile.
Grangia di Sant' Anna
(Raggiungibile in auto a soli 10 minuti dal Dadada Beach Village): La grangia – dal latino granarium e dal francese granier, il luogo dove si conserva il grano – rappresentava, in particolare tra il XIII e il XIV secolo, un modello di azienda agricola compatta, accorpata intorno ad un unico centro di gestione, cui facevano capo i terreni e le pertinenze che costituivano il suo patrimonio.
La Grangia Di S. Anna viene fondata alla fine dell’XI secolo, grazie ad una donazione di Ruggero di Altavilla a Bruno di Colonia ed alla comunità che si andava sviluppando nel cuore delle Serre, la futura Certosa di S. Stefano del Bosco. Nell’ambito di questa donazione grazie al monaco venne data la giurisdizione temporale e spirituale su un territorio sito nella diocesi di Squillace, cioè i casali di Montauro, Oliviano (oggi scomparso, posto probabilmente tra Montauro e Stalettì) ed Aurunco (nei pressi di Montepaone). A partire dal 1146, in seguito ad uno scambio di terreni, venne acquisito anche il casale di Gasperina.
A Montauro si costituisce inizialmente una cella, quindi un monastero con annesso luogo di culto dedicato a S. Giacomo, sede e ricovero per padri anziani ed infermi (a. 1114 – 1116), presieduto da un Preposto per curare la gestione delle terre assegnate, la raccolta dei frutti e la riscossione dei canoni.
Dal 1192 fino ai primi decenni del XVI secolo tutti i possedimenti della Certosa passano sotto l’osservanza dell’ordine cistercense, una gestione che sarà caratterizzata da importanti mutamenti nella conduzione delle proprietà, da usurpazioni territoriali da parte dei feudatari vicini e dal cambio di dedica della sede di Montauro, da S. Giacomo a S. Anna. Tra il 1220 ed il 1222 viene intentata una causa (poi persa) dagli abitanti dei casali di Montauro, Gasperina ed Aurunco contro le vessazioni a cui erano sottoposti dagli ecclesiastici. In questo momento compare una nuova struttura identificata con il termine grangia di Montauro, diversa dalla cella originale, forse due edifici ormai distinti. Tra il 1542-43 i beni della Grangia di S. Anna di Montauro ritornano di nuovo all’ordine certosino, sotto la giurisdizione del Priore di S. Stefano. In seguito il comprensorio si riorganizza e le stesse strutture della grangia (luogo di culto, alloggi, magazzini, fontane) vengono fortificate (fine XVI- inizi XVII secolo). Nel 1746 inizia una lunga controversia tra il Fisco e la Certosa al termine della quale, nel 1782, i possedimenti della Grangia sono ormai definitivamente affittati in vari appezzamenti.
I terreni di proprietà della Grangia di Sant’Anna erano adibiti soprattutto alla coltivazione della vite, dell’ulivo, dei cereali e del gelso le cui foglie venivano adoperate come alimento base dei bachi da seta. Il terreno incolto veniva riservato al pascolo mentre le aree boschive erano una risorsa di legna e ghiande. Tra il 1533 ed il 1534, per tutelare gli interessi della Certosa, venne redatta una Platea, un inventario del Patrimonio e delle Giurisdizioni di S. Stefano.
Attraverso questa fonte diretta si coglie quale fosse effettivamente l’estensione del patrimonio fondiario della grangia che comprendeva un’area molto vasta tra le Serre e la piana di Rosario.
Nei territori di Serra, Spadola, Bivongi, Gasperina, Montauro e Montepaone il monastero aveva giurisdizione feudale e diritto di bagliva (imposta sulle bilance, sulle stadere e sulle caraffe in base all’unità di misura usata nel luogo), catapania, zecca, dogana, cedole e decima, giurisdizione sulle prime e sulle seconde cause civili, criminali e miste.
In seguito al disastroso terremoto del 1783 che sconvolse la Calabria e distrusse e lesionò gravemente anche il complesso di S. Anna, rendendolo inagibile, la Cassa Sacra confiscò le proprietà ecclesiastiche; nel 1808 i beni della grangia verranno definitivamente venduti e Montauro e Gasperina saranno annessi inizialmente alla Diocesi di Gerace, quindi nel 1852 alla diocesi di Squillace.
Serra San Bruno
(Raggiungibile in auto a 30 minuti dal Dadada Beach Village): Serra San Bruno deve la sua origine alla venuta del monaco Bruno di Colonia, fondatore dell’Ordine dei Certosini , che dedicò la sua vita alla ricerca di Dio in silenzio e in solitudine e ricevette in dono dal Conte Ruggiero il Normanno i territori che oggi sono geograficamente individuati come altopiano delle Serre Calabre, per la costruzione del suo eremo, la Certosa di Santo Stefano del Bosco, primo monastero d’Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble, in Francia.
Il paese è formato dal centro storico, chiamato Terravecchia e da Spinetto, quartiere più nuovo del primo perché costruito dopo il terremoto del 1783, che aveva distrutto buona parte del centro storico, rendendolo fatiscente e perciò denominato “terra vecchia” e alcuni edifici del monastero, tra i quali la chiesa conventuale certosina, di cui oggi rimane solo la cinquecentesca facciata in granito a testimonianza della grandezza che il tutto monastero possedeva.
La successiva ricostruzione del paese fu dovuta anche alla presenza di artigiani del legno, del granito e del ferro battuto richiamati nei secoli a Serra dalla presenza della Certosa; infatti, furono proprio questi maestri d’arte che sfruttarono le risorse di cui la zona era ricca, il legno, il ferro e il granito, per la creazione di opere d’arte che servivano per l’abbellimento delle chiese e del paese. Le chiese di Serra, infatti, conservano numerose testimonianze del glorioso passato artistico di questo bellissimo paese.
Catanzaro
Catanzaro è la Città capoluogo della Regione. Situata strategicamente nell’omonimo istmo – il punto più stretto della Penisola, appena 35 chilometri dalla costa ionica a quella tirrenica – è importante centro direzionale, commerciale e culturale dell’intera Calabria, ospitando numerosi e importanti uffici amministrativi, quali la sede del Governo Regionale. La Città è dotata di importanti e moderne strutture culturali, come il Teatro Politeama, progettato da Paolo Portoghesi; l’area museale del complesso monumentale del San Giovanni, sede di importanti mostre; il Parco della Biodiversità Mediterranea, e ancora Villa Margherita, i musei MUSMI, MARCA, MARCH. Affacciata sul mare Jonio, vanta circa 8 chilometri di spiaggia e un porto peschereccio ed è limitrofa al Parco archeologico di Scolacium. La storia del Capoluogo è collegata a quella di Skilletion. Infatti, leggenda vuole che la città magno-greca, adagiata a poche centinaia di metri dal quartiere marinaro di Catanzaro, fu fondata da Ulisse grazie alle caratteristiche uniche del territorio. L’Istmo di Catanzaro era ed è il punto più stretto d’Italia, dove i due Golfi, quello di S. Eufemia e quello di Squillace, distano poco più di 30 km. Quindi un punto di passaggio quasi obbligato lungo la rotta Oriente – Occidente. Da qui, secondo diversi studiosi, passò Ulisse, questa era l’omerica “Terra dei Feaci”, e al centro dell’Istmo, nella zona dell’antica Teura l’odierna Tiriolo, doveva essere posta la mitica regia di Alcinoo. E così, secondo una leggenda, Ulisse fondò nei pressi dell’odierna marina di Catanzaro, l’antica Skilletion (la romana Scolacium): qui nacque il nome “Italia”. Il territorio di Catanzaro comprende anche una parte della Sila, la Sila Piccola, zona incontaminata, dall’aria pulitissima e dai boschi straordinari, ricchissimi di funghi, forse la più ricca d’Italia e certamente l’unica che offre funghi quasi tutto l’anno.
Soverato
Cittadina costiera, cui è stato concesso il titolo di città con decreto del 1974; di origini medievali, classificata “comune sparso”, accanto alle tradizionali attività agricole e all’industria ha incrementato i servizi e sviluppato il turismo, fino a diventare apprezzata stazione balneare. I soveratani, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiedono quasi tutti nel capoluogo comunale –Soverato Marina–, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nella località Soverato Superiore. Il territorio, classificato collinare, ha un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non molto accentuate . L’abitato, con pregevoli testimonianze del passato, è interessato da una forte crescita edilizia, giustificata anche dal non elevato numero di stanze non occupate; il suo andamento plano-altimetrico è pianeggiante.
Giardino Epicureo
Il Giardino Epicureo è un’impresa individuale fondata da Massimiliano Capalbo, si tratta del primo giardino sensoriale e terapeutico in Calabria, prende ispirazione dal pensiero del filosofo greco Epicuro, secondo il quale il fine ultimo della vita è l’assenza di dolori fisici e di turbamenti dell’anima, l’ataraxìa, l’imperturbabilità, conquistabile attraverso la selezione dei piaceri più semplici ed essenziali come le relazioni con gli altri, il buon cibo, il contatto con la natura, la pratica della filosofia, e da quello del giardiniere Jorn De Précy, secondo il quale il giardino è l’unico luogo in cui è ancora realizzabile il sogno di una relazione armoniosa tra l’uomo e la natura e dove lo spazio vegetale può mescolarsi con quello dell’uomo.
Il giardino si trova a Montauro Superiore, a 500 metri sul livello del mare, in località Croce Vasia ed è dotato di un emporio che offre la possibilità di scoprire i migliori prodotti tipici calabresi a servizio di chi intende organizzare un picnic all’aperto:
- 6 aree picnic coperte dotate di barbecue,
- un’area benessere con vasca idromassaggio da 8 posti e 2 docce emozionali,
- un’agorà da un centinaio di posti a sedere dove assistere ad eventi, spettacoli, iniziative culturali e formative,
- una pagoda del tè dove degustare tè e tisane rigeneranti a base di erbe naturali.
Il giardino è disseminato di angoli lettura con piccole biblioteche tematiche sulla natura e la filosofia. Inoltre, un’interfaccia software, appositamente progettata, consente di vivere un’esperienza relazionale con le piante attraverso il tatto, l’udito e la vista.